Detenuti e strade: un binomio per Roma

 

A pochi mesi dell’avvio del progetto che ha visto il coinvolgimento di alcuni detenuti in attività di volontariato finalizzate alla manutenzione del verde pubblico, il Campidoglio si prefigge un nuovo proposito: favorire il reinserimento sociale attraverso attività di valenza collettiva è, ancora una volta, il filo conduttore del nuovo protocollo d’intesa sottoscritto dall’amministrazione capitolina e he ha per oggetto attività manutentive di pubblica utilità.

 

“Mi riscatto per Roma”, frutto di un accordo siglato tra Autostrade per l’Italia e Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) interesserà, inizialmente, 15 detenuti scelti nell’ambito di pene ridotte e a bassa pericolosità che, dopo un periodo di formazione di due mesi mezzo organizzato con la collaborazione di Autostrade per l’Italia e che avrà luogo in carcere, conseguiranno un attestato professionale che permetterà loro di occuparsi della manutenzione delle strade della Capitale e dell’area metropolitana.

 

Riparazione delle buche a caldo e ripasso delle strisce pedonali le principali attività che inizieranno a svolgere nel centro storico romano.
Il numero dei detenuti aumenterà progressivamente fino a raggiungere il centinaio di soggetti interessati e, nel mese di settembre, inizieranno i singoli protocolli che saranno comunque di basso profilo. La prima zona interessata sarà quella adiacente Rebibbia che, dopo i lavori di risanamento, diventerà laboratorio di formazione per i detenuti stessi.

 

La formazione sarà offerta, gratuitamente, da Autostrade per l’Italia che fornirà anche dispositivi di protezione individuale, materiale e attrezzature, mentre i cantieri saranno di responsabilità esclusiva del Campidoglio.
Alla conferenza stampa che si è tenuta alla presenza della sindaca Raggi, l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, ha dichiarato: <<Con la firma di questo protocollo, Autostrade per l’Italia mette a disposizione di Roma Capitale competenze, mezzi e materiali per riqualificare una serie di strade del centro storico, insegnando un mestiere ai detenuti e dando così loro una chance concreta di re-inserimento sociale. Siamo molto felici di poter contribuire ad un progetto innovativo che affronta uno dei problemi storici della Capitale, con un modello organizzativo socialmente utile>>.

 

Continua così il consolidamento di un percorso capitolino che, come la stessa sindaca ha sottolineato in una sua dichiarazione, dalla fase sperimentale assume la connotazione di una seconda opportunità rivolta ad un target, come quello detentivo, per il quale il lavoro può costituire la chiave di volta per la reintegrazione sociale