Rapimento Cervia: condannato Ministero Difesa

 

Alla fine la verità, o almeno la schiuma che sta sulla superficie, è venuta fuori. A ventotto anni dal rapimento di Davide Cervia (perché tale è stato), la giustizia italiana si pronuncia su uno dei gialli più inquietanti toccati in dote non solo al nostro territorio, ma a tutto il Paese. Nel settembre  del 1990 Davide Cervia, militare della Marina esperto in Guerre elettroniche, congedatosi nel 1984 col grado di sergente a soli 25 anni,  fu rapito; ma il modo ed il perché non sono mai stati chiariti.

 

Ora è almeno ufficiale che ci furono reticenze e colpevoli silenzi, tant’è che il tribunale civile di Roma, martedì scorso, ha condannato il ministero della Difesa a risarcire i familiari di Davide, proprio per “avere violato il loro diritto alla verità”. Sono stati Alfredo Galasso e Licia D’Amico,  legali della famiglia Cervia,a  diffondere la notizia. Il risarcimento che verrà liquidato a favore dei querelanti è quello richiesto dagli stessi: un euro, cifra simbolica, che certo restituisce poco o nulla alla famiglia, ma che a questo punto potrebbe mettere la classe politica con le spalle al muro, al fine di indagare fino in fondo su una vicenda che chiede di emergere in tutta la sua verità.

 

Ricordiamo la vicenda Cervia, consultando la sua storia su Wikipedia, aggiornata al 27/1/2018: <<Nel 1984 si congeda con il grado di sergente.  Il 12 settembre 1990 scompare da casa a Velletri. Sin dall’inizio, le forze dell’ordine inquirenti sostennero anche l’ipotesi di un allontanamento volontario. A tale ricostruzione si opposero due testimoni, i quali avrebbero assistito, rispettivamente, all’atto del sequestro e alla fuga dei rapitori. La famiglia ben presto si convince dell’ipotesi di un rapimento, connesso alle sue conoscenze tecniche e militari alla vigilia della Guerra del Golfo.

Quattro mesi dopo il rapimento, un certo monsieur Cervia compare nella lista passeggeri di un volo Parigi-il Cairo della Air France; il biglietto risultò acquistato dal Ministero degli Esteri francese.

Un anno dopo la Volkswagen Golf di Cervia, che uno dei testimoni aveva visto guidata da uno dei rapitori, viene ritrovata. La vettura è intatta, sul sedile posteriore sono presenti pure i fiori che Cervia aveva comprato per la moglie. Subito dopo il ritrovamento, alla famiglia viene offerto un miliardo di lire per tacere e lasciare perdere la vicenda. In mancanza di una tutela da parte del Governo italiano, i familiari si rifiutarono di fare il nome di chi li ha contattati.

Negli anni successivi la famiglia ricevette diverse lettere anonime. In una viene scritto che Cervia sarebbe morto in un bombardamento a Baghdad, mentre in un’altra lo si dava prigioniero in Libia o in Arabia Saudita. Altre lettere minacciavano invece la famiglia, chiedendo mantenesse il silenzio.

Nel 1997 la famiglia riceve una chiamata e la moglie, che rispose al telefono, sentì la voce di Cervia che parlava di lavoro. Dopo alcuni tentativi di ricontattare il numero, la moglie si rese conto che si trattava di una registrazione.

Le specializzazioni di Cervia erano ignote alla famiglia. La Marina Militare consegnò, nel corso del tempo, cinque fogli matricolari (il “curriculum” dei militari) diversi. Solo dopo 4 anni e un’occupazione di 9 ore del Ministero della difesa, i familiari ottennero il foglio matricolare vero, contenente la qualifica ETE/GE.

La Procura generale presso la Corte d’appello di Roma, pur confermando il rapimento, il 5 aprile 2000 ha archiviato il fascicolo, rassegnandosi all’impossibilità di individuare i colpevoli.

Nel 2013 l’ottantaduenne Giovanni Cossu, istruttore di Cervia, disse che Cervia era uno dei massimi esperti di sistemi d’arma impiegati dalla Marina Militare, tra cui l’OTOMAT, venduto in 1000 esemplari anche a Iraq e Libia. Cossu ritiene che il motivo del rapimento possa risiedere proprio nelle conoscenze militari di Cervia.

Molte delle piste, alcune seguite anche dagli inquirenti italiani, portano a paesi quali Iraq, Libia, Iran e Arabia Saudita. Un’altra pista portava invece alla Russia, e sembra legarsi al furto di tecnologie militari e alla vendita di tali segreti al KGB, vicenda che portò a due arresti nel 1989, un anno prima della scomparsa di Cervia…>>.