NO ALLE OLIMPIADI: BENVENUTA COERENZA

 

Le olimpiadi del 2024 a Roma non ci saranno, ormai lo sanno tutti. O meglio, Roma non si candida ufficialmente ad ospitarle, anche perché, candidarsi, non vuol dire di certo ottenerne a priori l’organizzazione, visto che si concorre con altre città.

 

Nulla di così sconvolgente o sorprendente quindi, anche perché, è bene ricordarlo, fu lo stesso Giachetti e tutta la sua “macchina elettorale” a supporto, a porre i termini del ballottagio con l’attuale Sindaco in una questione “Olimpiadi vs Olimpiadi no”. Di fatto la faccenda delle Olimpiadi fu l’ultima occasione sfruttata da Giachetti per far breccia nei cuori di un elettorato che invece, pur di affrancarsi da certa politica, rinuncerebbe bel altro che alle Olimpiadi. E lo ha affermato con forza, decretando l’appoggio alla Raggi con oltre il 70% dei consensi.

 

Fa quasi ridere, ma con amarezza, la presunta incredulità, la sorpresa di chi oggi pretende un confronto, di coinvolgere di nuovo i cittadini, di chiamare di fronte alle proprie responsabilità un’amministrazione che da subito ha sbandierato il suo “niet” alla candidatura.

 

Piuttosto sorprende che sia il signor Malagò il portabandiera di questa messe di opportunità rappresentata dall’eventuale organizzazione in casa della manifestazione a cinque cerchi. Proprio lui, che oggi urla e si sbraccia, scompigliando il suo blazer e lamentando che grande opportunità di denari e possibilità occupazionali non voglia sfruttare, per partito preso, la Giunta capitolina. L’occasione per portare a compimento anche l’impianto di Tor Vergata, già costato un’enormità (10 volte la cifra inizialmente stabilita) e rimasto incompiuto nella sua imponente mole a saluto di chi arriva a Roma provenendo dall’autostrada del sole.
Ed è bene ricordare come, quell’impianto, dovesse essere il teatro principe dei Mondiali di Nuoto del 2009, nella cui organizzazione, guarda caso, era coinvolto a vario titolo proprio il bel Giovanni, dopo il suo ingresso nel CONI avvenuto nel 2000.

 

Non sorprende quindi il “no” alla candidatura: avrebbe sorpreso, semmai, dar credito ai tanti professionisti del debito e del mattone che in queste ultime ore si immolano sull’altare di Olimpia, smaniosi di ricoprire Roma di nuove possibilità, di nuovi posti di lavoro, di nuove strutture…delle solite tante, troppe promesse incompiute.