La verità dell’avvocato Mancini sullo stadio del rugby

 

Avere di fronte l’avvocato Igino Mancini, vulcanico e scoppiettante personaggio della scena tuscolana e mai dimenticato presidente del Frascati rugby che fu, è sempre un piacere ed una fortuna per un cronista che racconta la realtà locale.
Ed il buon Igino, che vanta anche diverse esperienze da amministratore locale e da sempre punto di riferimento del centrodestra cittadino, in questi giorni di campagna elettorale proprio non le manda a dire. Ci dice di fare solo lo spettatore, ma poi si agita subito quando, nel furore elettorale, questo o quel candidato, al di là di promesse e propositi post elezione, si appropria di meriti per fatti o realizzazioni di opere senza in realtà averne titolo.
Ed infatti ci ha voluto incontrare per precisare la gestazione e la nascita del tanto famoso quanto tormentato ed oggi maltrattato Stadio del rugby di Cocciano.

 

Buongiorno Avvocato, cosa c’è che proprio non le è andato giù? <<In questi ultimi giorni di furiosa campagna elettorale, si è sentito decantare da più parti, particolari meriti vantati da “qualcuno” circa I’erogazione di fondi per la realizzazione di alcuni tra gli impianti sportivi più prestigiosi che sono sorti in questi ultimi decenni nel nostro comune di Frascati, tra cui lo stadio del rugby>>.

 

A chi si riferisce? <<Ad esempio al candidato sindaco Raffaele Pagnozzi, che proprio in apertura di campagna elettorale – mi è stato riferito da suoi sostenitori, ma a me vicini per via dei trascorsi nel mondo del rugby – si è vantato di quanto ho detto prima>>.

 

Ed invece? <<Ed invece lui non c’entra nulla, perché il miliardo e 280 milioni di lire a fondo perduto che ottenemmo per realizzare l’impianto, sono il frutto del lavoro frenetico e per certi aspetti folle che realizzammo io e l’ing Maurizio Tallarico nel 1988>>.

 

Vabbè, ci spieghi meglio. <<A seguito della designazione dell’ltalia come sede per i campionati Mondiali di Calcio del 1990 lo Stato Italiano, con legge del 3/2/1987 e successivi decreti, deliberò un Piano Nazionale nel settore sportivo e stabilì un grossissimo stanziamento di fondi per la realizzazione di nuovi impianti sportivi in tutta la penisola. Per il solo Lazio furono infatti poi erogati oltre 47 miliardi. L’allora presidente della FIR Maurizio Mondelli, mio carissimo e fraterno amico, si fece parte diligente nel sostenere una serie di finanziamenti che la Cassa Depositi e Prestiti avrebbe erogato per impianti dove si sarebbe sviluppato il gioco del Rugby, ed in particolare e per primi: Noceto, Viadana, Frascati e Viterbo>>.

 

Il Comune di Frascati che ruolo giocò invece? <<La Giunta all’epoca aveva altre preoccupazioni e come sindaco ci fu per pochi mesi l’avvocato Claudio Boazzelli. Stante la mancanza assoluta di qualsiasi iniziativa proveniente dal Comune di Frascati per la presentazione di domande volte al conseguimento dei fondi di cui sopra e con la quasi certa garanzia di poter ottenere un finanziamento per la realizzazione di un impianto da destinare esclusivamente al gioco del Rugby, fummo sollecitati personalmente dal Presidente Federale alla presentazione di una domanda in tal senso per le caratteristiche ed i meriti indiscussi della nostra vecchia e gloriosa A.S. sprovvista di un impianto proprio adeguato alla sua lunga militanza anche nei campionati nazionali di serie A>>.

 

E come proseguirono i fatti? <<Tra lo scetticismo e l’incredulità di tutti, dopo un lavoro massacrante, del sottoscritto, di Tallarico e dell’ex presidente Eraldo Brunetti, per rispettare i brevissimi tempi a disposizione, fu presentata la domanda sottoscritta dall’allora Sindaco Claudio Boazzelli l’ultimo giorno utile il 18.05.1988. L’8 febbraio del 1989 venne pubblicato sulla G.U. un lunghissimo elenco di comuni destinatari degli stanziamenti che avevano presentato in tempo utile progetti ritenuti affidabili e finanziabili. Tra questi vi era il nostro comune di Frascati, che ottenne 1.280 milioni di lire a fondo perduto. Da quel lontano 1989 poi purtroppo, al posto di una sana rincorsa alla realizzazione dell’impianto così come e per gran parte finanziato a fondo perduto, già elaborato ed approvato dal Ministero dello Sport e Turismo, si è perso un tempo infinito, circa un decennio prima che si ponesse mano ai lavori di costruzione che, tra l’altro, dieci anni dopo erano anche decisamente maggiori, ma questa è un’altra storia>>.

 

Quindi, i meriti di questo stadio vanno ricercati altrove: <<L’impianto, inizialmente bello e tale da attrarre anche l’interesse della FIR, si è potuto concretizzare solo perché fortemente ed intensamente voluto e perseguito da un gruppo di persone, sia del direttivo della A.S. Rugby Frascati, sia della F.l.R., primo fra tutti il Presidente Mondelli ed il compianto presidente del Consiglio Regionale Roberto Campagna>>.

 

Visto che ci siamo, chiudiamo col botto, soffermandoci sulle attuali deprecabili condizioni in cui versa la struttura ed il rugby cittadino. <<Purtroppo, i mutati sentimenti e le mutate sensibilità, la hanno reso un cumulo di inefficienze. Il tempo delle passioni e del cuore gettato oltre l’ostacolo è ormai passato. La gestione di impianti e società oggi richiede nuove competenze e professionalità sicuramente, che purtroppo non sempre la realtà locale ha avuto a disposizione. Ma, trattandosi di uno sport come il rugby, il contributo del cuore e della passione resta irrinunciabile>>.