Aurelio: chiuso albergo clandestino

 

Nella Capitale son oltre 12mila le attività ricettive oltre gli hotel e, in questo contesto numerico, la Polizia di Stato sta concentrando una massiccia azione di contrasto all’abusivismo. Si fa ricorso ad un sistema di verifiche incrociate tra annunci pubblicitari, banche dati di comune e regione delle strutture autorizzate e compiendo un’attività mirata e concentrata sul rispetto della normativa in materia. Presi di mira B&B, case-vacanza, affittacamere e altre tipologie.

 

Nello scorso week end a fare le spese di questa operazione di polizia un albergo in zona Aurelio, colpito dall’esecuzione di un provvedimento di cessazione dell’attività abusiva, emesso dal Questore di Roma Carmine Esposito.

 

Il provvedimento è scaturito dagli accertamenti svolti dagli agenti della Polizia presso la stessa struttura, nel corso dei quali è emerso che nello stabile veniva svolta un’attività ricettiva, pubblicizzata su diversi siti internet quale albergo ma rivelatasi in realtà priva di qualsivoglia autorizzazione. Lo stabile, che ha 51 stanze per un totale di 62 posti letto, è di proprietà del Vaticano ed era stato dato in gestione ad una cooperativa che avrebbe dovuto amministrarlo come “CASA PER FERIE”, cioè senza scopo di lucro.

 

Al momento del controllo invece, al suo interno erano presenti una scolaresca francese ed alcuni cittadini albanesi, tutti “ospitati” in nero e senza che nessuna comunicazione fosse stata data all’autorità di pubblica sicurezza, come previsto dalle leggi. Gli agenti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale hanno appurato che il gestore non aveva neanche richiesto alla Questura di essere abilitato ad inserire i propri ospiti presso il portale “Alloggiati Web”.

 

Inoltre è stata constatata la presenza di 6 lavoratori non in regola con le normativa vigente (1 addetto alla reception e 5 addetti alle pulizie, Ndr). Il gestore è stato denunciato per il reato di peculato poiché è risultato, da documentazione acquisita durante il controllo, che prelevava dai clienti la tassa di soggiorno senza poi riversarla nelle casse del Comune di Roma. A febbraio poi, la Squadra Mobile aveva arrestato uno spacciatore di droga, di nazionalità albanese, che dimorava in quell’albergo senza che ciò risultasse da nessuna parte.