50 ANNI DI FRASCATI DOC: SVOLTA O CONSERVAZIONE?

 

Paolo Stramacci, ingegnere settantenne, da quattro mesi ha assunto la carica di Presidente del Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati. L’abbiamo incontrato per fare una chiacchierata sul vino che rappresenta nel bene (per alcuni) e nel male (per altri) il territorio dei Castelli Romani.

 

Presidente il Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati festeggia quest’anno i 50 anni dalla costituzione della Doc Frascati. Come è considerato ad oggi il brand Frascati dai consumatori? “50 anni fa i produttori affrontarono con lungimiranza la costituzione di un atto amministrativo che definisse i limiti delle zone di produzione del Frascati. Questa iniziativa ha contribuito alla tutela di un nome che era già affermato e che rischiava di essere usato anche oltre i confini del suo territorio, particolarmente vocato alla produzione di vini di qualità. Un territorio non si modifica e il brand Frascati continua ad avere le stesse potenzialità che gli attuali produttori vogliono rafforzare quotidianamente puntando a risultati sempre migliori: hanno dalla loro una maggior consapevolezza data dalla ricerca e dall’esperienza. I consumatori attenti sanno che qui possono trovare prodotti di ottima qualità”.

 

Quante sono le aziende iscritte al Consorzio? “Ad oggi trentadue aziende in totale”.

 

Quali sono attualmente i Comuni dove ricadono i vigneti della Docg Frascati Superiore? “I comuni sono quelli indicati nei disciplinare di produzione della Docg approvato nell’ottobre del 2011: l’intero territorio dei Comuni di Frascati, Grottaferrata e Monte Porzio Catone, e poi parte dei comuni di Montecompatri e di Roma.
I vigneti della Doc Frascati e della Docg Cannellino di Frascati ricadono negli stessi territori”.
Qual è il numero degli ettari vitati ad oggi del Frascati? “Aggiornati all’ultima campagna vendemmiale, 2015, abbiamo registrato come rivendicati:
817,49 ettari per la Doc Frascati (rispetto agli 890 del 2014)
21,49 ettari per il Cannellino di Frascati (rispetto ai 19 del 2014)
177.57 ettari per la Docg Frascati Superiore (rispetto ai 160 del 2014)”.

 

Quante bottiglie produce oggi la Docg? “Il Frascati Superiore Docg anno 2014 ha prodotto 1.485.200 bottiglie. Rispetto alla produzione dell’anno 2015 che è stato di 1.541.600 bottiglie, risulta evidente un incremento della produzione della Docg, segno che sia i produttori che i consumatori prestano una attenzione sempre maggiore alla nuova denominazione”.

 

Recentemente (ad agosto), è stato deliberato l’abbassamento delle rese per ettaro per la Doc e per la Docg per la vendemmia 2016. Visto che per attuare in vigna la nuova resa si sarebbe dovuto iniziare a lavorare sulle viti a febbraio, come mai questo intervento tardivo? “Il Consorzio sta lavorando ad un programma di revisione del disciplinare di produzione in virtù della consapevolezza delle grandi potenzialità del nostro territorio. Abbiamo dei terreni vocati e con ottime esposizioni, un clima straordinario, e queste ultime vendemmie sono bellissime. Non vogliamo perdere il patrimonio che abbiamo a disposizione. Che è poi l’impronta che vorrei dare al mio mandato da Presidente: accompagnare il territorio e la produzione dei vini in un percorso di estrema valorizzazione qualitativa. La riduzione della produzione da 140 quintali (permessi dal disciplinare) a 110 per la Doc Frascati e da 110 (ammessi dal disciplinare) a 90 per la Docg Frascati Superiore è un segnale per i produttori che hanno interesse a diversificare il prodotto e conferire verso la Doc e verso la Docg la selezione del loro prodotto migliore. È appena stata costituita una commissione, all’interno del CdA, che deve studiare le modifiche da affrontare. Intanto però iniziamo a tararci su alcuni punti fermi, quali appunto questi delle rese, che saranno poi affrontati in maniera più organica”.

 

Sembra ci sia ancora da smaltire la metà della produzione immessa in commercio nel 2015. Conferma? “Non nei termini che sono stati espressi recentemente in modo molto superficiale e senza citare fonti ufficiali. Considerando che siamo ancora a settembre e che la produzione che abbiamo in cantina deve arrivare a coprire le vendite almeno fino a gennaio/febbraio, invece è molto probabile che i quantitativi della Docg nelle cantine non saranno nemmeno sufficienti rispetto alle richieste, mentre per quelli della Doc dovremmo andare in pari. E poi consideriamo che i vini che vengono prodotti oggi sono diversi da quelli che alcuni ricordano, per cui, anche se rimanesse ancora qualcosa in cantina, qualche tempo di bottiglia in più non può che migliorare il prodotto”.

 

Per come è strutturato il disciplinare attualmente, nella divisione del territorio, nella disciplina dell’affinamento, nei vitigni ammessi, il concetto di tipicità del Frascati rimane difficile da comprendere nel bicchiere da parte del consumatore. Si stanno studiano modifiche al disciplinare, per restringere i paletti? “Come le dicevo abbiamo costituito una Commissione che si sta indirizzando in questo senso. Una Commissione che tra l’altro ha il supporto di tutte le cantine del Consorzio, che sono state coinvolte direttamente in un lavoro complessivo di analisi e di proposte. Interventi così importanti hanno bisogno dei tempi giusti. Ma il nostro punto di forza è dato dalla volontà e dagli obiettivi che si siamo prefissati”.

 

Come sta andando la vendemmia 2016? “Benissimo. Uve sane, maturate nei tempi giusti: una gioia per ogni produttore. Ma oltre alla stagione anche il nostro approccio alle uve sarà una garanzia per la produzione di un grande Frascati, Superiore e non”.

 

Se avesse la bacchetta magica, tre cose che modificherebbe subito? “Io sono un ingegnere, per formazione e per indole non credo alle bacchette magiche. Credo piuttosto alla volontà e all’impegno condivisi. E posso garantire che il Consorzio si impegnerà al massimo per far sì che le denominazioni dei vini Frascati si consolidino nella loro posizioni tra i migliori vini italiani di qualità”.

 

Qual è la sfida del Frascati ai prossimi cinquant’anni? “Il mio mandato ha una validità di tre anni, e già mi sembra un tempo sufficiente e impegnativo per una bella sfida. Consolidiamo quello che abbiamo oggi, per un futuro così lontano ci attrezzeremo”.

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