Nuovo campo rom provvisorio in arrivo?

 

È in arrivo la realizzazione di un nuovo campo rom provvisorio a Roma e l’Associazione 21 luglio ne svela il mistero attraverso un esposto all’Anac , dove denuncia all’autorità competente la violazione delle norme in materia di concorrenza e appalti.
Nella sede del Dipartimento di Politiche Sociali di Roma Capitale, il 31 marzo scorso è stato aperto dalla Commissione nominata l’unico plico pervenuto in risposta al bando di gara “Reperimento di un’area attrezzata Municipio Roma XV o Municipi limitrofi per l’accoglienza e soggiorno di 120 nuclei familiari di etnia Rome affidamento del servizio di gestione sociale e vigilanza”.

 

È stato così svelato l’arcano che da mesi aleggiava, irrisolto, sulla vicenda riguardante la costruzione di un insediamento destinato, come si legge nel bando stesso “all’accoglienza e al soggiorno temporaneo di 120 nuclei di cui 109 attualmente ospiti presso il “Villaggio River” sito in Roma via Tenuta Piccirilli, 207 (Municipio Roma XV)”.
Nei mesi scorsi la Giunta capitolina, più volte incalzata in merito alla presunta costruzione di un nuovo campo rom, si è sempre giustificata dichiarando, a sostegno della propria tesi , che non si trattava di un nuovo campo.

 

In effetti l’unico plico pervenuto è stato quello aperto il 31 marzo a firma della stessa Cooperativa operante nel settore dal 2005, che gestiva il “Villaggio River”, uno dei 7 villaggi attrezzati nella Capitale e per il quale le autorità capitoline hanno speso 1.200.000 euro annui per l’accoglienza di 500 persone.
Il tutto in seguito ad una procedura negoziata senza bando di gara, che negli anni ha visto la firma di dirigenti comunali coinvolti nell’inchiesta “Mafia Capitale”.

 

Per interrompere questa modalità operativa e in seguito ad una relazione da parte dell’ Anac stesso in cui sono state ravvisate delle gravi irregolarità, il Comune di Roma, anziché provvedere a individuare soluzioni alternative per le 109 famiglie Rom secondo i dettami europei, ha reso pubblica, l’8 luglio 2016, la procedura di gara per il reperimento di una nuova area attrezzata per 15 mesi per un importo complessivo a base di gara di 1.549.484,26 euro. Dopo una sospensione decisa dal Dipartimento delle Politiche Sociali del bando, lo stesso è stato riconfermato in data 7 marzo u.s.

 

Dopo l’apertura del plico, avvenuta il 31 marzo scorso, l’Associazione 21 Luglio ha inviato un esposto all’Anac, in cui ritiene che la gara d’appalto sia stata redatta in funzione di un solo concorrente da anni affidatario della gestione dello stesso villaggio: “unico soggetto, questo, avente i requisiti strutturali, la capacità economica e finanziaria e le competenze tecnico-professionali espressamente richieste dal bando di gara”.

 

“Si paventa il forte sospetto – si conclude nell’esposto presentato da Associazione 21 luglio – che la gara sia stata strutturata in modo tale da permettere la partecipazione della sola realtà appartenente al terzo settore” e, pertanto, “si ponga in violazione della normativa di settore e in dispregio dei basilari principi di concorrenza, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità in quanto volta a celare dietro il ricorso a procedura aperta, palesi distorsioni del mercato”.

 

I sospetti non sono solo dell’associazione ma anche del Pd del Quindicesimo Municipio che ha richiesto, sempre all’Anac, un parere sulla conformità del bando secondo il codice degli appalti.
“In questo momento non abbiamo alternativa per i 117 nuclei familiari del River che, senza una struttura, ritroveremmo in situazioni ben peggiori, ossia nei campi abusivi. L’obiettivo di tutta la squadra a governo della città – ha detto l’assessora – è quello di superare e smantellare progressivamente i campi, accompagnando le famiglie verso percorsi di legalità e integrazione. Una sfida che non sarà semplice: sono serviti vent’anni per creare questo disastro”.