Il Sostegno all’affitto si adegua ai tempi

 

A circa 20 anni dalla sua approvazione, il Regolamento per il sostegno all’affitto cambia look. Nei giorni scorsi è approdata, nelle commissioni congiunte Patrimonio e Politiche Sociali di Roma Capitale, la proposta che prevede la revoca di quello vigente e l’approvazione di uno nuovo.
Ampliamento del target dei beneficiari, diminuzione dei tempi di erogazione da 4 a 3 anni, obbligo d’iscrizione nelle liste di attesa, requisiti reddituali precisi e stipula di un contratto di affitto a canone concordato, sono le principali condizioni che si intendono apportare.

 

Dei 12 consiglieri pentastellati che hanno sottoscritto la proposta, emergono le firme dei Presidenti delle due commissioni competenti Valentina Vivarelli e Maria Agnese Catini: <<Siamo partiti con l’intenzione di aggiornare un regolamento che, a distanza di 20 anni dalla sua approvazione, presentava molte lacune – ha spiegato Vivarelli – e al termine di questo iter ci siamo resi conto che avevamo modificato tutti gli articoli e, di fatto, scritto un nuovo regolamento>>.
La necessità di stipulare un contratto di affitto a canone concordato si è palesata essenzialmente far sì che l’erogazione del contributo favorisca, in via prioritaria, gli inquilini piuttosto che gli stessi proprietari.
I limiti reddituali dovranno essere conformi ai parametri previsti per l’edilizia residenziale pubblica, mentre la riduzione dei tempi di erogazione è considerata come un lasso temporale adeguato entro il quale l’emergenza abitativa può essere superata.

 

Nel caso in cui risultasse insufficiente, i destinatari ancora in difficoltà sono già in lista per l’assegnazione di una casa popolare, ed ecco perché si rende necessario la contestualizzazione delle richieste.
Il raggio di azione del nuovo Regolamento si estenderà anche a quelle emergenze derivanti da eventi calamitosi, sgomberi per motivi di sicurezza, per morosità o perdita della prima casa, che dovrà essere dimostrata attraverso la documentazione attestante la mutata situazione reddituale… a cui si aggiungono i coniugi divorziati e le donne vittime di violenza che hanno lasciato la propria abitazione.

 

L’erogazione del contributo prevede, in termini economici, un decremento annuale che, dettagliatamente, consiste in una copertura pari al 90% del canone nel primo anno (e comunque fino ad un massimo di € 650 mensili), che diventerà del 70% nel secondo anno per un massino di € 550 mensili, per arrivare, nel corso del terzo anno, ad una riduzione del 50% per un massimo di € 450 mensili. Infine, per i nuclei familiari composti esclusivamente da componenti ultrasessantacinquenni, la commissione che valuterà le richieste potrà decidere di erogare un contributo che copra fino al 90% del canone di locazione mensile, per un massimo di 550 euro per l’intera durata del contributo stesso.

 

Sono previste inoltre misure accessorie come il pagamento delle spese di trasloco, fino ad un massimo di € 400, e il versamento della caparra nel limite di € 1500. <<Queste spese – ha specificato Vivarelli – verranno sostenute grazie all’annualità in meno rispetto ai quattro anni previsti dall’attuale Regolamento. In caso di sfratto, per sanare morosità precedenti, potrà essere erogato fino a 2500 euro>>.