
Riparte in questi giorni il festival “Frammenti” realizzato dall’associazione Semintesta.
Desidero parlarne con voi per riflettere su questo evento, diventato ormai tradizione del territorio castellano – il prossimo anno compie diciotto anni e diventa adulto – e ragionare sulle opportunità che ci offrono l’immaginazione, l’intuito, la capacità organizzativa, l’intelligenza di progetto, il lavoro di gruppo, la freschezza giovanile, la voglia di mettersi in gioco, la sfida dell’innovazione, la costanza nel lavoro, l’impegno determinato.
“Frammenti ‘17” si tiene a Tuscolo, nell’area attrezzata del costituendo parco archeologico per la quarta volta consecutiva, dopo i mitici anni di Villa Sciarra. Il tema di quest’anno – This is water – sta nella scia delle precedenti edizioni per una manifestazione, che intende caratterizzarsi non solo per essere momento di incontro, di svago e di piacevole musica, quanto per offrire opportunità di riflessione giovanile ad orientarsi nei complessi passaggi della vita di oggi.
Una formula azzeccata, che mette in risalto quanto di nuovo c’è nella musica, nella cultura, nel modo di sentire e di vivere, e si proietta alla scoperta di modelli innovativi. Nacque così agli albori di questo secolo, era l’anno 2001 – quello dell’Odissea nello spazio – per dare voce al bisogno di riferimento di una gioventù alla ricerca; ed ha mantenuto sempre questa caratteristica, anche adattandosi al tempo che trascorre, all’incedere dell’età dei pionieri della manifestazione, che oggi devono fare i conti con la realtà della vita, fatta di impegni famigliari con bimbi al seguito che piangono, di esigenze collettive molto diverse da quelle dei giovanotti spensierati degli inizi. Eppure, nonostante questo, Frammenti mantiene la sua giusta impostazione e rimane, nel panorama castellano, una delle più indovinate e durature espressioni del nostro genio giovanile, che ha saputo inventare e, oggi, continua ad alimentare, uno degli appuntamenti più attesi dell’anno.
Un appuntamento che rappresenta anche una sfida imprenditoriale per un’associazione culturale di carattere giovanile e che ha saputo vincere con grande capacità. Già, perché dietro l’evento non ci sono contributi pubblici, tranne forse nei primissimi anni: tutto deve essere spesato in proprio con le entrate dell’iniziativa. E questo, per una manifestazione che non vende solo divertimento, ma vuole costituire anche momento di riflessione, di cultura, di approfondimento, di condivisione di problemi, di valorizzazione di talenti, di presentazione di nuovi personaggi, costituisce un problema, ma anche una sfida, che Semintesta ha saputo raccogliere e gestire con grande determinazione.
Nella cornice del Tuscolo, le ultime edizioni hanno anche fatto sfoggio di un fascino particolare: in quel luogo di leggende e di natura anche l’innovazione culturale acquisisce un appeal tutto particolare, che trascina giovani, non più giovani, adulti ancora giovani e giovani per sempre.