Ciampino ricorda le vittime in tempo di pace

 

Quello di sabato 26 novembre stato un giorno speciale per il Quartiere Folgarella, carico di emozioni e malinconia. Sono state messe a confronto due storie, come quella di Alessandro Teodori, vittima in tempo di pace e, quella di Agata Lipari, vittima di un destino ingiusto.

 

In una giornata tipicamente autunnale si è svolta la cerimonia per l’inaugurazione della stele commemorativa in onore dei militari caduti in tempo di pace e in ricordo del nostro concittadino Alessandro Teodori.
Sono intervenuti il vice Sindaco Carlo Verini , l’Assessore alle Pari Opportunità Graziella Fiorini, Daniela Teodori e Concetta Proietti in rappresentanza dell’ ANA-VAFAF di Colleferro.

 

Il Comune di Ciampino, sin dal 2005 ha aderito, come “Città della Pace”, al Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e, con questo monumento, ha accolto la proposta della stessa ANA.VAFAF.
Il bozzetto della stele è stato realizzato nel 2009, dietro richiesta dello stesso Comune, dagli alunni della Va dell’Istituto Statale d’Arte “Paolo Mercuri” di Marino-Ciampino, con il coordinamento dei due Professori Stefano Piali e Bruno Limiti.

 

15241210_572269789641285_5649316396120796468_nMa chi sono le vittime in tempo di pace? La loro è una morte che passa quasi inosservata , che non fa scalpore, numeri di matricola ignorati che non lasciano vuoti se non quello che dilania il cuore delle loro famiglie.
La storia di Alessandro è la storia di un ragazzo che credeva molto nella carriera militare, di un ragazzo che, spinto dalla sua tenacia, ha raggiunto l’obiettivo che si era prefissato: quello di arruolarsi. La sorella Daniela con le sue parole ce lo ha fatto conoscere e, durante la narrazione, lo abbiamo immaginato il giorno della sua partenza che ha segnato, inesorabilmente, la sua vita! Lo abbiamo immaginato durante le marce, quando ha donato il suo primo stipendio alla madre e in compagnia dei suoi amici con cui ha condiviso studi, gioie e speranze. Abbiamo percepito la sua forza e determinazione e la totale assenza di smarrimento di fronte agli ostacoli che lungo il percorso militare ha incontrato. Ma non tutte le storie hanno un lieto fine e questa di Alessandro non ha fatto eccezione.

 

Le sue speranze, le sue ambizioni, il diritto alla vita, l’affetto dei suoi cari ad un certo punto gli sono stati negati per un colpo d’arma da fuoco che lo ha strappato alla vita il 14.05.1994. Ma la sua non è una morte di guerra ma una morte in tempo pace, è deceduto mentre svolgeva le sue funzioni di Comandante in una polveriera, senza una spiegazione, senza un perché, una verità su cui non si è indagato, una verità che si fa attendere da più di venti anni e per la quale si sono perse le speranze. Ma il suo ricordo è vivo e nessuno ce lo può negare!

 

La storia di Agata, invece, è la storia di una giovane donna di Messina che aveva lasciato per venire a vivere a Roma ed iniziare una nuova vita. Il suo destino le ha fatto conoscere l’amore, quello vero, per il quale si era trasferita qui a Ciampino. Ha dedicato la sua vita agli altri e nel nostro territorio si occupava dei ragazzi disabili che amava più di se stessa. Era travolgente come un vulcano ed altruista. Nei pochi anni che ha trascorso qui si è fatta amare lasciando, in ognuno che l’ha conosciuta, un ricordo indelebile.
Purtroppo il destino le ha negato la possibilità di continuare ad essere felice, di gioire insieme ai suoi cari e al marito Gianfranco che, pochi mesi prima di morire, era riuscita a sposare e, quello stesso destino, ha negato a chi l’ha conosciuta personalmente, di poter continuare ad amarla lasciando a tutti, indistintamente, solo la sua memoria a farci compagnia.

 

E proprio per questo che il Comitato di Quartiere la Folgarella, accogliendo l’esplicita richiesta della madre Melina, si è adoperato per ottenere che un ulivo venisse piantato all’interno del Parco in suo onore.
Conoscendola personalmente, credo che avrebbe preferito una cerimonia più intima da condividere con i suoi amici più cari nel silenzio del dolore che ognuno di noi prova ancora per la sua perdita. La sua forza era dirompente ma nascondeva, nello stesso tempo, una grande fragilità… non amava troppo le luci della ribalta se non quelle che le illuminavano il viso quando cantava… ed io voglio ricordarla così:

 

Sei come una piuma che si stacca dalle ali di un’angelo e volteggi nell’aria sfiorando l’anima di tutti coloro a cui hai voluto bene. Sei la gioia, sei il dolore, la forza, la paura un faro acceso nella notte”.