
Le numerose vicende che nell’ultimo periodo hanno “alzato la temeperatura” del contraddittorio politico e sociale a Ciampino, ci portano oggi a sederci intorno ad un tavolo con l’architetto Guglielmo Abbondati che, come tutti ben sanno, siede oggi tra i banchi dell’Opposizione in Consiglio Comunale. Consigliere Comunale di Sel, l’ ex Assessore all’Ambiente e Viabilità si confessa e le sue dichiarazioni, dai toni forti, delineano un preciso quadro di emergenza smog e di pericolo del patrimonio archeologico.
In qualità di ex Assessore all’Ambiente e Viabilità e come Consigliere Comunale della maggioranza eletto alle ultime amministrative, vuole spiegarci le motivazioni che l’hanno indotta al recente passaggio in opposizione?
<<Lo abbiamo fatto a partire da una precisa volontà: attuare una forte discontinuità con l’ultima stagione di governo del centrosinistra. Lo abbiamo detto il primo giorno in Consiglio comunale. Avremmo sostenuto lealmente il Sindaco e la sua Giunta ogni qual volta il programma di cambiamento che abbiamo condiviso con gli elettori fosse stato attuato. Purtroppo dopo due anni abbiamo dovuto prendere atto con grande rammarico che quel programma non è più al centro dell’agenda di governo di quest’Amministrazione. Forse non lo è mai stato>>.
La sua attività principale è quella di architetto: come reputa il trend, in termini edilizi, che l’Amministrazione Comunale ha messo in atto finora?
<<L’ultimo rapporto dell’ISPRA sul consumo di suolo in Italia dice che nel Belpaese, ogni giorno, si consumano 55 ettari di territorio, tra i 6 e i 7 metri quadrati al secondo. Nella Provincia di Roma, Ciampino è il comune che vanta il maggior consumo di suolo: 32,9%. Siamo anche il comune del Lazio con maggiore densità, 2956 abitanti per chilometro quadrato. L’altissima densità territoriale, associata ad una estensione territoriale limitata (13 kmq) in gran parte urbanizzata, rende questo territorio, dal punto di vista ecosistemico, di fatto saturo. Il Piano Regolatore Generale, vecchio di 10 anni, va superato. La previsione di 4.000 abitanti si è rivelata sovrastimata per il 90%. Serve oggi un nuovo strumento di salvaguardia, che ponga fine alla stagione del costruire e dia inizio al tempo del risanamento e della riqualificazione, per una città che ha superato da tempo il limite della sostenibilità. Invece l’Amministrazione continua a sostenere scelte speculative per l’interesse di pochi, come per il Piano Integrato di Via Reverberi>>.
Reputa che il patrimonio archeologico del territorio sia sottovalutato? E nei confronti della questione IGDO come si pone?
<<Esiste un o straordinario patrimonio storico e culturale in questo territorio che andrebbe valorizzato e promosso alla fruizione collettiva. Dopo anni di battaglie da parte di comitati, movimenti e singoli cittadini, l’intera area compresa all’interno del Muro dei Francesi è stata sottoposta a vincolo totale dal Mibact. Chi voleva a tutti i costi costruire in quella zona ha dovuto alla fine rassegnarsi. Per una volta, ha prevalso la sacrosanta logica della preservazione dei beni archeologici, monumentali, paesaggistici e ambientali del territorio. Il Consiglio comunale ha chiesto già due anni fa all’Amministrazione di avviare un progetto per l’istituzione di un Parco Archeologico e culturale. Ancora non se ne sa nulla. L’IGDO è stato il punto cruciale sul quale si è consumata la frattura con la maggioranza. Non si può scrivere nel programma elettorale che “….saranno valutate e perseguite tutte le possibili collaborazioni con Enti ed istituzioni sovracomunali per arrivare ad una acquisizione pubblica dell’area” e poi rimanere inermi quando il bene viene messo all’asta. Quel complesso è il cuore identitario della città e l’Amministrazione aveva il dovere di preservarne la pubblica utilità>>.
Recentemente i cittadini si sono mobilitati per osteggiare la presunta realizzazione del Tempio Crematorio nel nostro territorio. Che idea se n’è fatto?
<<Il Sindaco ha presentato questa idea come un atto di civiltà, dicendo di averlo condiviso in decine di assemblee estive. Poi la Giunta ha espresso indirizzo favorevole per l’avvio dell’iter tecnico amministrativo relativo alla proposta presentata da un’associazione d’imprese, per la realizzazione del forno crematorio, e dando mandato agli uffici comunali di espletare l’intera procedura del project financing, preordinata in una prima fase all’approvazione dello studio di fattibilità. Tutto senza coinvolgere il Consiglio comunale, né tantomeno l’opinione pubblica. Quando c’è stata la sollevazione popolare il Sindaco ha suonato la ritirata, annunciando, nell’infuocata assemblea al Cipollaro, la revoca del provvedimento e smentendo la sua stessa Maggioranza, che in Consiglio comunale aveva dato indirizzo di proseguire nelle scelte fin qui assunte. Una debacle totale. Il progetto presentato dalla società che doveva realizzare l’impianto di cremazione prevedeva la sistemazione e successiva manutenzione del cimitero che versa in condizioni oserei dire irriverenti, reputa che per il raggiungimento di questo scopo l’amministrazione potrebbe adottare soluzioni alternative? Intanto va fatta chiarezza sulla gestione del cimitero comunale. L’Assessore al Bilancio ha detto in Consiglio comunale che il Comune, negli ultimi 5 anni, ha incassato a diverso titolo dai servizi cimiteriali 4,7milioni di euro. Cioè 775mila euro l’anno. Tolti gli stipendi dei cinque dipendenti che vi lavorano, né restano 600mila. Forse sarebbero stati sufficienti per tenere il cimitero decorosamente. Si tratta di capire se sono stati impiegati per questo scopo o utilizzati per coprire altre spese di bilancio. L’alternativa è affidare ad un’industria della cremazione per 30 anni il luogo della memoria e della devozione dei defunti di questa comunità, per farne il Polo crematorio del sud del Lazio? Con o senza forno, la privatizzazione del cimitero è abdicare al ruolo e alla funzione pubblica che un’Amministrazione deve esercitare per tutelare i beni comuni della propria comunità>>.
Continuando a parlare di inquinamento, l’aeroporto quanto incide sulla salute cittadina?
<<Esattamente come un anno, fa siamo di nuovo in emergenza smog. Negli ultimi cinque giorni la centralina dell’Arpa ha fatto registrare lo sforamento dei limiti giornalieri di PM10. Nonostante ciò, nessuna comunicazione istituzionale, né alcun provvedimento per il contenimento dell’inquinamento atmosferico da parte dell’Amministrazione. Non è stato ancora insediato l’Osservatorio Ambientale Comunale, l’organismo che il Consiglio comunale aveva istituito con una Delibera nel febbraio di due anni fa, con funzioni di supporto ed assistenza tecnica agli organi comunali per tutte le valutazioni e le iniziative che riguardano le problematiche ambientali e le ricadute sulla salute dei cittadini. Su questo l’Amministrazione Terzulli è totalmente e colpevolmente latitante>>.
Le municipalizzate Asp e Ambi.Ente non hanno raggiunto gli obiettivi che l’amministrazione si era prefissata.
<<Ad agosto il Consiglio comunale ha dovuto votare una manovra di assestamento molto impegnativa per mantenere gli equilibri di bilancio del Comune. Un atto in buona parte scaturito dalle discordanze tra debiti e crediti con le aziende municipalizzate e da ripiani per le perdite subite dalle stesse. Soltanto ASP ha fatto registrare una perdita d’esercizio, nel 2015, di 1milione e 250mila euro, con la conseguente erosione dell’intero capitale sociale. In questo caso gli amministratori devono senza indugio convocare l’assemblea dei soci per gli opportuni provvedimenti: ripianamento della perdita e ricostituzione del capitale sociale, oppure scioglimento e messa in liquidazione della società. Siamo arrivati alla fine dell’anno e, se nel prossimo Consiglio non si voterà il bilancio, l’Asp andrà in liquidazione. Paghiamo anni di mala gestione del Management messo lì dalla politica, con operazioni imprenditoriali fallimentari. Un caso per tutti: la vicenda Panacea, il settore cosmetico dell’Azienda. Aperto nel 2010 e dismesso lo scorso dicembre. In cinque anni, 1,2milioni di euro di perdite secche. Temo però che purtroppo a pagare saranno i lavoratori>>.