Sgominata banda dedita allo spaccio di droga

 

Nella giornata di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo, supportati dalle unità del Nucleo cinofili di S. Maria di Galeria, hanno eseguito un provvedimento cautelare, emesso nei confronti di 6 persone – 2 custodie cautelari in carcere e 4 arresti domiciliari – residenti nella provincia di Roma, ritenute responsabili a vario titolo dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione.

 

Avviata nell’ottobre del 2016, l’operazione denominata “NETTUNO”,  ha permesso di individuare e sgominare un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti e alle estorsioni nell’area dei Castelli Romani, nonché di sequestrare un’ingente quantità di cocaina ed hashish.

 

La denuncia di un giovane 30 enne dei Castelli, è stata l’occasione per dar spunto all’indagine avviata a suo tempo. Il ragazzo, temendo per la propria incolumità, si era rivolto ai Carabinieri dopo che due uomini armati di pistola,  gli avevano estorto 500 euro, quale compenso per una dose di droga mai pagata. Dopo alcuni accertamenti, si è appurato che il giovane era realmente vittima di fenomeni estorsivi, ad opera di alcuni soggetti che, ben organizzati, si dedicano tanto allo spaccio quanto alle estorsioni. Il gruppo criminale, costituito da tre individui, già arrestati e attualmente detenuti in carcere, era sempre lo stesso: “I primi due, attraverso un fitta rete di amicizie e connivenze, si dedicavano a prendere i contatti con gli acquirenti della zona a cui cedevano lo stupefacente che avevano precedentemente acquistato nelle più note piazze di spaccio romane, mentre il terzo era incaricato della riscossione delle partite di droga non pagate. All’inizio i tre si dimostravano accondiscendenti e disponibili a dilazionare la corresponsione del credito accumulato dalle vittime senza però consentire alle stesse il ritardo dei pagamenti, arrivando a minacciare, con richieste sempre più pressanti ed intimidatorie, tutti gli inadempienti”.

 

Durante gli accertamenti, anche di natura tecnica, è emerso che i primi due gestivano un vero e proprio “business” della droga, arrivando a cedere nell’arco di due mesi più di 400 dosi di sostanza stupefacente, sia cocaina che hashish; droga che veniva approvvigionata in occasione di approvvigionamenti settimanali in Roma e Pomezia.

 

Punto di riferimento per l’acquisto della cocaina era uno dei fermati (detto il Cinghiale), il quale organizzava la vendita di stupefacente direttamente nella sua villa di Pomezia. Unitamente al redditizio mercato della droga, il gruppo si dedicava anche alla vendita non autorizzata di alcuni medicinali.

 

Nella rete degli investigatori, sono finiti i “gregari” del gruppo già in carcere tutti punti di riferimento per l’approvvigionamento dello stupefacente. Nel corso dell’attività sono stati documentati circa 500 episodi di spaccio e recuperati diverse centinaia di dosi, soprattutto di cocaina, e una pistola, riproduzione fedele di quelle in uso alle forze dell’Ordine, risultata essere una “scacciacani “priva di tappo rosso.