QUALE FUTURO PER LA VILLA DI CESARE?

Il ritrovamento fece scalpore…ma non troppo! Un pavimento musivo grande 80 metri quadri, integro dopo più di 2000 anni, composto da tessere tanto piccole da rendere l’idea di un tappeto più che di un pavimento, con decorazioni giallo antico che, probabilmente, solo un imperatore avrebbe potuto far realizzare all’epoca…ed infatti si attribuisce da subito a Cesare! Siamo nel  Comune di San Cesareo, in prossimità della via Labicana, dove le statue dei bei tempi ora fanno mostra di sé in vari musei del mondo dopo esser state depredate nel corso dell’Ottocento. Statue o meno, il sito dovremmo o vorremmo immaginarlo come uno scrigno prezioso da far risplendere al sole dopo secoli di ombra sotto terra. Ed invece, ecco uno scenario tipicamente italiano fatto di cumuli di terra, di frammenti e reperti sparsi ovunque, di antichità in mesta decomposizione. Ma, ancor peggio, sembra che la ditta edile proprietaria del terreno usasse fino a non troppo tempo fa l’area come deposito… e parti significative del ritrovamento dell’antica villa romana siano state occultate dalla strada di collegamento con una villetta moderna!

Incredibile ma vero: si ritrovano le mura di una villa imperiale, che qualcuno inizia ad attribuire addirittura a Cesare,  e la stessa resta alla mercé di tutti, con un destino ancora tutto da decifrare. Solo un cancello con una fragile recinzione a proteggerere i resti di due ville con le terme, un acquedotto, fontane.

Non fosse per una iniziale interrogazione (nel 2011) alla Camera presentata da Maria Anna Madia  per chiedere all’allora ministro Galan di apporre immediatamente un vincolo e, soprattutto, per l’instancabile attività del Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani, di questo prezioso ed incredibile ritrovamento rischieremmo di perder traccia.

Ed alla vigilia dell’avvio della conferenza dei servizi, la terza, per la Villa di Cesare e Massenzio, il Comitato torna a rivendicare un ruolo di controllo sul destino della struttura.

Rivendica la propria istanza di partecipazione ai sensi dell’art. 9 della Legge 241/90 che recita: “Qualunque soggetto, portatore di interessi pubblici o privati, nonché i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati, cui possa derivare un pregiudizio dal provvedimento, hanno facoltà di intervenire nel procedimento”.

Il 18 marzo, per la terza volta, hanno scritto una lettera indirizzata al Ministro Franceschini, alle varie sovrintendenze, direzioni generali, ai segretari, sottosegretari, ai vari uffici legislativi, ai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, agli uffici stampa per sensibilizzare sulla vicenda. Nella lettera si richiama l’attenzione sui ritrovamenti, si evidenzia come i resti siano in completo stato di abbandono, si chiede il tavolo di lavoro congiunto, si indicano possibili progetti di sviluppo alternativi, come, ad esempio la imminente richiesta di costituzione del Parco dell’Agro Romano che, in avanzato stato di progettazione, lambirà il territorio limitrofo.

Insomma, il destino della preziosa villa è ancora tutto da scrivere, ma sull’indifferenza che al momento lo circonda, non si scriverà mai abbastanza…