Il ritorno del Lupo nel Lazio

 

Realizzato questo mese dalla Direzione Capitale naturale, parchi e aree protette della Regione Lazio, con testi a cura di Roberto Sinibaldi e Luciana Carotenuto, ecco uno speciale su uno degli animali più affascinanti e al tempo stesso rari d’Italia, il Lupo.

 

“Il lupo – leggiamo nell’introduzione – è l’unico progenitore selvatico di tutte le 400 e più razze canine ad oggi riconosciute. In un lungo processo di domesticazione, iniziato tra 15.000 e 12.000 anni fa (ma secondo alcuni studiosi addirittura fra 36.000 e 31.000 anni fa), l’uomo è arrivato alla grande plasticità di forme, attitudine e comportamento che contraddistinguono i nostri cani”.

 

In Italia ci sono oggi circa 1300-1800 lupi, ma la popolazione di quest’ultimi si era drasticamente ridotta a poche decine di individui negli anni Settanta. Negli ultimi anni, fortunatamente,  è cresciuta in modo spontaneo occupando nuove aree da nord a sud. Nella nostra regione è presente non solo nell’Appennino ma anche nella Tuscia, sui Lepini, sugli Aurunci, come anche nei Castelli e nella Campagna Romana a nord ovest della Capitale.

 

Nonostante questa accresciuta presenza, le minacce nei confronti di questa specie no finiscono mai e cambiano col tempo. Bocconi avvelenati usati da persone senza scrupoli, cani randagi che rappresentano un rischio connesso alla perdita dell’identità genetica del lupo (ibridazione),  il rifiuto dell’uomo di coesistere con il lupo, molto grave laddove gli allevamenti devono fare i conti con il predatore dopo quasi un secolo di sua assenza.

 

La convivenza tra uomo e lupo è possibile, ma è necessario ricorrere ad accorgimenti e strumenti per la prevenzione degli attacchi, soprattutto per quanto riguarda il bestiame (vedi recinzioni, cani da guardia opportunamente addestrati), al fine di tutelare il lupo per il suo importante ruolo di predatore utile al mantenimento delle reti alimentari degli ecosistemi.