Il Congestion charge per superare i problemi di traffico?

 

La diminuzione del traffico cittadino, sempre al collasso, e dello smog, passa attraverso studi, iniziative … e tentativi. L’ultimo, in ordine di tempo, è quella dell’Ecopass o del “Congestion charge”, per usare il termine utilizzato nella delibera comunale, che tra l’altro è una rivisitazione di un progetto simile, ma più ampio, risalente al 2015 con la giunta di Ignazio Marino, e promosso dall’allora Assessore ai Trasporti Guido Improta.

 

Il Piano del Traffico della giunta Marino prevedeva la suddivisione della Capitale in sei zone urbane, comprese tra l’Area Centrale delle Mura Aureliane, l’Anello Ferroviario, la Circonvallazione esterna, Gra, Extra Gra, perimetrazione centri urbani, e Ostia-Acilia. Con la “Congestion charge” l’amministrazione capitolina imporrà il pagamento di un pedaggio a tutti coloro che, con mezzo privato, vorranno accedere alle zone più centrali della capitale.

 

Le linee guida verranno discusse nei prossimi giorni e, solo dopo la sua approvazione, la sindaca Raggi e l’assessora alla Mobilità Linda Meleo, potranno elaborarne, entro due anni, l’atto normativo.
La sua valenza, in termini territoriali, interesserà l’anello ferroviario circoscritto nelle zone comprese a Nord-Est dalla circonvallazione Nomentana a Tiburtina, mentre a Sud dalle stazioni di Piramide e Ostiense fino a risalire a Valle Aurelia per poi proseguire lungo l’ansa del Tevere fino quasi a Tor di Quinto.

 

Il sistema utilizzato sarà molto simile a quello dei varchi dell’attuale Ztl Vam che regola il traffico dei bus turistici.
Nonostante ancora non sia stato definito il costo del pedaggio che, comunque, potrebbe aggirarsi intorno ai €2, l’amministrazione ha ravvisato la necessità di inserire delle agevolazioni ed esenzioni tariffarie, di cui beneficeranno alcune categorie tra le quali, ovviamente, sono comprese quelle in cui rientrano i residenti all’interno dell’anello ferroviario, i titolari di contrassegno speciale di circolazione per persone con disabilità, e gli utilizzatori di mezzi a trazione ibrida o elettrica.

 

Un provvedimento quindi che probabilmente, prima della sua approvazione, sarà protagonista di una fase sperimentale ma che non intende diventare lo strumento per fare cassa, come lo stesso Presidente della commissione capitolina, Enrico Stèfano, puntualizza in una nota: <<Non è una misura per fare cassa ma un provvedimento per favorire forme di mobilità sostenibile. Ogni veicolo avrà un numero di accessi gratuiti (tra i 50 e i 150) oltre i quali pagherà. Questo significa ad esempio che se due colleghi si organizzano per andare al lavoro un giorno con l’auto di uno, un giorno con l’auto dell’altro, nessuno pagherà, ma circolerà un mezzo in meno e la città ne avrà tratto beneficio; saranno previste esenzioni per i mezzi meno inquinanti (ibridi ed elettrici), per i veicoli con più di tre occupanti (con le moderne app è possibile certificarlo) e, ovviamente, speciali categorie, come i disabili. La misura entrerà in vigore quando diverse opere e progetti che stiamo portando avanti avranno visto la luce (ampliamento rete tranviaria, rinnovo flotta autobus, ciclabili solo per fare alcuni esempi) e saranno quindi maggiori le alternative al mezzo privato; le entrate derivanti dal provvedimento saranno completamente destinate al trasporto pubblico. Fermo restando il principio che meno automobili circolano, e tanto più le alternative (bus, taxi, car sharing, biciclette) funzionano meglio>>.