I lavori e le competenze del prossimo futuro

 

Nell’associazione culturale “Velletri 2030”, alcuni cittadini veliterni, scevri da intenti politici, religiosi e culturali, si sono riuniti per costituirsi in un progetto, in gergo anglosassone denominato “think tank”, con lo scopo primario di elaborare proposte per il futuro della città.

 

La percezione della crisi, che attanaglia numerose famiglie italiane, secondo l’associazione è da considerarsi il preludio a quel cambiamento strutturale per il quale intendono scendere in campo.
Presente sul territorio velletrano dal 2013, l’associazione si pone una serie di interrogativi: quali nuove figure nasceranno da qui al 2030? Quanti vecchi lavori sono a rischio? Quanti nuovi mestieri sopravvivranno a loro volta alla spasmodica velocità dell’innovazione digitale? Come si impara a immaginare e creare il lavoro del futuro?
A questi e ad altri interrogativi sta tentando di dare una risposta, nella consapevolezza che il rapporto tra occupazione e innovazione tecnologica è una delle grandi preoccupazioni dell’era contemporanea.

 

<<Il Bureau of Labor Statistics del Dipartimento americano del lavoro – scrive in una nota il Presidente dell’associazione Sandro Bolognaprevede che i settori a più elevato contenuto tecnologico sono quelli destinati ad offrire le maggiori opportunità di impiego. Analogamente, uno studio commissionato dal governo britannico all’istituto di ricerca FastFuture, ha individuato le 30 nuove professioni che nasceranno o si svilupperanno entro il 2030. Entrambe le ricerche prevedono un futuro dove l’attività umana verrà affiancata e, in taluni casi sostituita, da soluzioni nate grazie all’avanzamento tecnologico. Un’evoluzione che, oltre ad automi e macchine industriali sempre più avanzate, vedrà la nascita di programmi e software che permetteranno sempre di più, grazie alle loro funzioni, di sostituire il lavoro delle persone (Professioni del Futuro – BitMAT 5 marzo 2018)>>.

 

La ricerca svolta dall’Osservatorio delle Competenze Digitali 2017 conferma l’urgenza di allineare l’offerta formativa alla domanda in materia di competenza digitali. Nel medio e lungo termine le professioni si chiameranno: change manager, agile coach, technology innovation manager, chief digital officer, ecc. Un mix di competenze piuttosto articolato che comprenderà pertinenze tecnologiche, manageriali e abilità di leadership, intelligenza emotiva, creatività e capacità di gestione del cambiamento.
Quindi, in un lasso temporale che arriva al 2025, le stime del CEDEFOP (Centro Europeo per lo sviluppo della formazione professionale) per l’Europa prevedono la creazione di nuovi posti di lavoro di elevata qualificazione a discapito dei profili inferiori.

 

Pertanto, in un’ottica occupazionale giovanile, molto importanti saranno tutte quelle politiche finalizzate a ridefinire i percorsi di istruzione e formazione che dovranno viaggiare parallelamente all’evoluzione delle politiche d’impresa.
Per quanto riguarda l’area dei Castelli, su cui si concentra maggiormente l’attività associazionistica, tra le professioni del futuro emerge quella inerente il Turismo Sostenibile. I comportamenti dei turisti, con l’avanzare dell’era tecnologica, sono notevolmente cambiati. Non si può più parlare di turismo, ma di un’infrastruttura ricettiva incentrata sull’accoglienza e la gestione pubblico-privata.

 

Strutture intelligenti ed ecologiche, mobilità sostenibile, prodotti culturali, eccolo il futuro del turismo. Spesso sentiamo parlare di “Smart Land”, un nuovo modo di concepire il territorio, intriso di innovazione, soluzioni alternative nell’ambito dei servizi al turista e della gestione della cultura e del turismo. Si tratta però di un progetto ambito in cui servono nuove risorse che incentivino imprenditorialità, socialità, collaborazione tra soggetti e reti. Tutti progetti in via di implementazione da parte di Start Up relative all’offerta turistica innovativa nel territorio dei Castelli Romani, realizzati, sinergicamente, con la collaborazione di Spazio Attivo, il DMO (Destination Managment Organization) e l’unità operativa del Consorzio SBCR Castelli Romani per la promozione del Territorio.